Nello scorso mese di novembre la IEA – International Energy Agency – ha pubblicato il World Energy Outlook 2018 che illustra come il mondo stia andando verso un modello di sistema energetico diverso da come ci siamo abituati a considerarlo fino a ora, in cui i fattori che stanno condizionando e condizioneranno le scelte energetiche dei prossimi anni saranno l’accessibilità economica, l’affidabilità e la sostenibilità, che richiedono l’adozione di un approccio integrato in termini di politica energetica.
L’obiettivo del World Energy Outlook è di costruire i possibili scenari futuri per capire quali potranno essere gli elementi in grado di governare un sistema così complesso come quello energetico. L’edizione 2018 fa riferimento a tre scenari:
- Scenario Politiche Correnti (Current Policies Scenario – CPS), in cui non vi sono modifiche rispetto alle politiche attualmente in vigore;
- Scenario Nuove Politiche (New Policies Scenario – NPS), in cui le nuove politiche e i nuovi obiettivi sono stati annunciati ma non ancora implementati;
- Scenario Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Scenario – SDS ), in cui è accelerata la transizione verso fonti energetiche pulite, con un netto miglioramento delle possibilità di accesso all’energia e della qualità dell’aria.
Qualunque di questi tre scenari è oggi percorribile. Dipende solamente da quali decisioni prenderanno i Governi nel breve e nel medio periodo.
È necessario però, prima di vedere cosa sono le principali evidenze del World Energy Outlook 2018, sottolineare un elemento che può avere una forte incidenza sul futuro energetico: per la prima volta dopo tre anni, nel 2017 le emissioni mondiali di anidride carbonica dovute al comparto energetico sono aumentate dell’1,6% e le stime preliminari per il 2018 sembrano confermare questo trend, con rischi concreti di mancato raggiungimento degli obiettivi che la comunità internazionale si è data nel 2015 a Parigi.
Quali sono dunque in questo contesto le previsioni della IEA?
Partendo dallo Scenario Nuove Politiche (NPS), l’aumento della popolazione, la concentrazione delle aree urbane e l’aumento del reddito porteranno a una domanda energetica mondiale in crescita di oltre un quarto da qui al 2040, con un determinante spostamento del baricentro dei consumi, e dei relativi investimenti del settore, dall’Europa e dagli USA all’Asia.
In questo contesto, vista la produzione di shale oil e shale gas statunitense, nel 2025 quasi un barile di petrolio su cinque e un metro cubo di gas su quattro al mondo proverranno dagli USA. Contemporaneamente il contributo delle rinnovabili e l’evoluzione delle innovazioni digitali porteranno a un radicale mutamento del settore elettrico e l’elettricità sarà la “fonte favorita” nei paesi in cui l’economia è basata su industria leggera e sui servizi.
L’abbassamento dei costi per la realizzazione di impianti fotovoltaici porterà, a livello mondiale, la sua capacità installata a superare quella dell’eolico prima del 2025, quella dell’idroelettrico attorno al 2030 e quella del carbone prima del 2040.
Sempre nello Scenario Nuove Politiche, il crescente ruolo di elettricità e rinnovabili faranno sì che il gas naturale diventi nel 2030 la seconda fonte del mix energetico mondiale, superando il carbone. Un elemento negativo nello Scenario Nuove Politiche riguarda le emissioni di anidride carbonica che aumentano lentamente fino al 2040, andando contro le ipotesi del mondo scientifico e dei trattati internazionali riguardo al contenimento delle emissioni.
Quando si fa riferimento allo Scenario Sviluppo Sostenibile le cose cambiano in maniera sostanziale: la quota delle rinnovabili sul mix elettrico passa dall’attuale 25% a due terzi nel 2040, mentre nella produzione di calore, si passa dal 10% al 25% e nei trasporti dal 3,5% al 19%. Questi obiettivi sono raggiungibili, secondo il World Energy Outlook 2018, attraverso una radicale trasformazione del sistema energetico con un approccio integrato di tutte le tecnologie low carbon, compresi i sistemi di carbon capture e storage. In questo conteso sono evidenti due elementi: primo, una transizione verso questo modello necessita un’accelerazione degli investimenti e di capitali importanti, e secondo, i governi devono garantire un’affidabilità e una stabilità dell’intero sistema energetico, oltre a una continuità di scelte che va al di là delle singole parti politiche.