Scienza e medicina

Il nuovo Presidente di AIFA

Il  23 dicembre scorso la Conferenza delle Regioni ha dato il via libera alla nomina di Mario Melazzini, indicato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alla presidenza dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in sostituzione di Sergio Pecorelli che era stato sospeso per presunti conflitti di interessi.

Medico, attualmente Assessore all’Università, Ricerca e Open Innovation della Regione Lombardia e Presidente di Arisla, la Fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica, Melazzini è stato direttore dell’Unità operativa complessa di Day Hospital oncologico dell’Istituto Scientifico di Pavia, Fondazione Maugeri, e professore a contratto nella I Scuola di specializzazione in Medicina del lavoro dell’università degli Studi di Pavia. Ha svolto attività di ricerca ed è autore di diverse pubblicazioni scientifiche. Da quasi 14 anni malato di SLA, ha scritto diversi libri in cui ha raccontato l’impatto della malattia sulla sua vita, che non gli ha impedito comunque di guardare avanti e impegnarsi raggiungendo posti di responsabilità, anche con lo scopo di lavorare per trovare soluzioni per malati come lui.

In attesa di lasciare la carica di Assessore della Giunta Regionale Lombarda, Melazzini ha riscosso un’unanime consenso per il suo nuovo ruolo.  Molti soggetti, intervenuti in queste settimane, auspicano che la sua nomina si possa porre rimedio alle tante differenze regionali nell’accesso all’innovazione e all’assistenza farmaceutica: disparità che vanno superate e per le quali il nuovo Presidente di AIFA si deve porre come garante.

E proprio per il fatto che Melazzini ha, purtroppo, sperimentato sulla sua pelle quello che significa essere portatore di una grave malattia e le conseguenti difficoltà che si incontrano nell’accesso alle cure, in un’intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera ha affermato “So che cosa vuole dire essere malati, adesso mi batterò per cure più eque, mi batterò per fare avere a tutti i farmaci più innovativiâ€.

Ma quale può essere la sua ricetta per andare incontro ai costi elevati dei farmaci innovativi, come ad esempio quelli contro l’Epatite C? “Bisogna promuovere anche negli ospedali l’utilizzo dei medicinali generici e biosimilari – continua Melazzini sul Corriere –. In questo modo, con i soldi risparmiati si potranno avere le risorse da investire per cure come quella dell’Epatite C. Oggi, proprio per motivi finanziari, i pazienti che possono essere curati da questa malattia, e non solo, sono i più gravi. Un domani dovranno esserlo tutti. Stesso principio vale per le malattie rareâ€.

Parole di buon auspicio.

Leggi l’intervista su Il Corriere della Sera.