Pubblicati alla fine del mese di ottobre dall’Istituto Superiore di Sanità i dati riferiti al 2018 sulle diagnosi di infezione da HIV e di casi di Aids in Italia.
Lo studio, redatto con il contributo di alcuni componenti del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute e i referenti della Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero, presenta dei dati in calo: nel 2018, sono state effettuate 2.847 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 4,7 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza osservata in Italia è lievemente inferiore all’incidenza media osservata tra le nazioni dell’Unione Europea (5,1 nuovi casi per 100.000). Dal 2012 si osserva una diminuzione dei casi per tutte le modalità di trasmissione, specialmente al Nord e al Centro. Per quanto riguarda l’AIDS, nel 2018 sono stati segnalati 661 casi, pari a un’incidenza di 1,1 nuovi casi per 100.000 residenti. Oltre il 70% dei casi di AIDS segnalati nel 2018 era costituito da persone che non sapevano di essere HIV positive.
La diagnosi di infezione da HIV è diminuita gradualmente tra il 2012 e il 2015, è restata stabile dal 2015 al 2017, mentre nel 2018 è stata osservata un’evidente diminuzione dei casi in tutte le regioni, con incidenze più alte nel Lazio, in Toscana e in Liguria. Chi ha scoperto di essere HIV positivo è maschio nell’85,6% dei casi.
L’incidenza più alta di sieropositività è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (11,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti di età 25-29 anni), in cui  l’incidenza nei maschi è almeno 3 volte superiore a quelle delle femmine. La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l’80,2% di tutte le segnalazioni, di cui il 41,2% per rapporti eterosessuali.
Quest’ultimo fatto evidenzia l’urgenza di strategie di prevenzione mirate agli adolescenti e ai giovanissimi. Dai dati emerge che l’offerta del test HIV in contesti informali (test in piazza, auto test, test in strada, easy test, test in sedi extrasanitarie) costituisce uno strumento prezioso per raggiungere i giovani e identificare nuove diagnosi.
Per quanto riguarda invece i casi di AIDS conclamato, dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati in Italia 70.567 casi, di cui 45.347 deceduti entro il 2016. Oggi l’incidenza di AIDS è in lieve costante calo. È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presentava un’infezione fungina, mentre è aumentata la quota di persone con un’infezione virale o un tumore. Nel 2018, quasi il 75% delle persone diagnosticate con AIDS non aveva ricevuto un trattamento antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS.
Nel tempo è aumentata la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di AIDS, passando dal 48,2% nel 2000 al 74,6% nel 2018.
Ciò è un segnale preoccupante in quanto evidenzia la scarsa consapevolezza sulla diffusione ancora ampia di HIV nel nostro Paese e del rischio che si corre di contrarre l’HIV attraverso rapporti sessuali non protetti.
Scarica lo studio del’ISS.