Il 3 giugno prossimo si chiude la consultazione pubblica sull’attuazione della Direttiva 2014/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, riguardante la comunicazione delle informazioni di carattere non-finanziario all’interno del Bilancio di esercizio da parte delle imprese con più di 500 dipendenti. La Direttiva entrerà in vigore dall’anno fiscale 2017.
Prima di scendere nel dettaglio dei contenuti della consultazione, vorrei sottolineare come il coinvolgimento e la richiesta del parere degli stakeholder riguardo a una nuova proposta normativa sia un processo innovativo e segni un significativo passo in avanti nelle relazioni tra Pubblica Amministrazione e portatori di interesse.  In questo modo infatti è possibile instaurare con i cittadini, le imprese e la società civile, un dialogo e un confronto trasparente che consenta al legislatore di acquisire quelle informazioni necessarie per produrre norme attuabili, efficaci e contestualizzate allo specifico ambito di riferimento.
La Direttiva 2014/95/UE individua nelle informazioni di natura ambientale e sociale, attinenti al personale, al rispetto dei diritti umani e alla lotta contro la corruzione, le aree per le quali le imprese saranno tenute in linea di principio a divulgare le notizie circa le politiche adottate e i risultati ottenuti. Queste dichiarazioni contenenti le informazioni di carattere non-finanziario dovranno essere incluse nella relazione sulla gestione oppure in un report distinto in quei casi ove l’impresa già rediga un documento dedicato (cioè un Bilancio di sostenibilità ).
Le motivazioni per l’introduzione nei bilanci dei dati non-finanziari sono rintracciabili in una crescente richiesta di trasparenza verso le imprese di maggiori dimensioni e in una migliore comprensione dell’attività della singola impresa, del suo andamento, dei suoi risultati e dell’impatto socio-ambientale che ne deriva.
Obiettivo dichiarato della consultazione è quello di voler raccogliere e valutare le scelte di policy che saranno poi normate nel testo legislativo, anch’esso posto in consultazione, a recepimento della Direttiva.
I contenuti di tale consultazione sono suddivisi in sei aree:
- La prima riguarda in generale le informazioni non-finanziarie. In particolare si vogliono valutare i costi e i benefici legati alla divulgazione dei dati non-finanziari, per poter valutare ex-ante l’onere amministrativo derivante dagli obblighi previsti dalla Direttiva che potrebbero ricadere sulle imprese.
- La seconda area riguarda l’importante tema legato all’ambito di applicazione della Direttiva, che prevede l’obbligo di rendicontazione per le imprese di grandi dimensioni con oltre 500 dipendenti e per le imprese madri di un gruppo di grande dimensioni, aventi in media più di 500 dipendenti su base consolidata.
Uno dei temi evidenziati dalla consultazione è l’eventuale ampliamento della rendicontazione non-finanziaria anche alle PMI, visto che queste ultime tutto sommato rappresentano la stragrande maggioranza del nostro tessuto produttivo.
- Il terzo ambito riguarda un argomento già molto dibattuto nel corso degli anni per la redazione dei Bilanci di sostenibilità : gli standard di riferimento per l’identificazione e l’accountability degli indicatori. Ciò è indispensabile per poter analizzare le performances della singola impresa negli anni e per poter confrontare imprese diverse appartenenti allo stesso settore produttivo. Proprio a tal riguardo la Commissione Europea, in forza di quanto previsto dalla stessa Direttiva, sta attualmente elaborando degli orientamenti non vincolanti, che includano indicatori di riferimento (Key Performance Indicators) non-finanziari, generali e settoriali. Sempre in tema di indicatori una parte delle domande agli stakeholder riguarda la rilevanza (o significatività ) delle informazioni fornite rispetto all’attività di impresa. Tema che è centrale anche nelle Linee guida internazionali già adottate per i Bilanci di sostenibilità e che indica la soglia oltre la quale l’informazione sia abbastanza rilevante da essere inserita nel report.
- La quarta area riguarda la possibilità , per le imprese che già rendicontano parametri non-finanziari e che redigono un report dedicato, di mantenere distinti tali informazioni da quelle del Bilancio di esercizio, pur con delle restrizioni sulle tempistiche per la pubblicazione.
- Il quinto argomento concerne le politiche in materia di diversità in relazione al governo societario, solamente per quelle realtà i cui valori mobiliari siano ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato di uno Stato membro.
- L’ultima area su cui si concentra la consultazione riguarda la verifica delle informazioni non- finanziarie. La Direttiva infatti prevede che il revisione legale debba unicamente controllare l’avvenuta presentazione della dichiarazione di carattere non-finanziario, senza esprimere un giudizio in merito. Dal momento che comunque la valutazione di terza parte è un elemento spesso determinante per ottenere la fiducia degli stakeholder, si richiede un parere sull’introduzione di un’eventuale obbligatorietà di valutazione e sui costi di tale procedura.
È importante sottolineare come la Direttiva 95/2014/UE stravolga in una qualche misura il concetto di volontarietà delle comunicazioni di carattere non-finanziario, che fino ad oggi ha fatto sì che un discreto numero di imprese, grandi o piccole, interiorizzasse comportamenti socio-ambientali virtuosi, affermando in questo modo una responsabilità sociale d’impresa diffusa. Ci sia augura che d’ora in poi le tematiche non-finanziarie non diventino un mero adempimento burocratico.
Di segno opposto invece l’idea di avviare una consultazione pubblica su una nuova normativa: un passo importante verso la partecipazione degli stakeholder alla vita legislativa del Paese e un modo nuovo di confronto e di dialogo tra PA e imprese.