Energia e ambiente

Petrolio e agricoltura

È stato presentato il 27 maggio a Roma lo studio del RIE sulla coesistenza possibile tra estrazione di petrolio e gas e attività agricole, della pesca e del turismo. Lo studio, realizzato con il contributo di Assomineraria, è nato per valutare le eventuali evidenze dell’impatto delle attività petrolifere sugli altri comparti produttivi. L’analisi prende spunto dalle contestazioni locali che spesso contrastano le vecchie e nuove attività upstream, e che ne hanno impedito di fatto lo sviluppo in questi ultimi anni, proprio attraverso argomentazioni riguardanti l’incompatibilità tra estrazione di idrocarburi e sviluppo di altri settori produttivi sul territorio.

Lo studio analizza quindi le attività economiche delle aree più direttamente interessate dall’estrazione degli idrocarburi in maniera distinta a seconda del comparto interessato. Il livello di analisi è prevalentemente regionale, anche se in alcuni casi, per il settore agricolo e per quello turistico, si è scesi a livello provinciale o sub-provinciale, mentre non sono risultati disponibili e affidabili dati puntuali per il settore della pesca. A integrazione della parte economica, vengono presentati alcuni casi in cui attività estrattiva e altre attività economiche nei settori considerati coesistono in maniera fruttuosa.

Le conclusioni dello studio diretto dal Professor Clò evidenziano come non esiste alcuna comprovata correlazione negativa tra estrazione degli idrocarburi e i settori dell’agricoltura, della pesca e del turismo. L’andamento nell’ultimo decennio di questi comparti, pur risentendo della congiuntura negativa nazionale, è infatti indipendente dalla presenza o meno di attività upsteram e anzi, in alcune regioni ove sono presenti pozzi estrattivi, i dati sono in controtendenza rispetto alla media nazionale. È il caso ad esempio dell’Abruzzo, dove il numero di aziende agricole è calato nell’ultimo decennio del 12,8% contro una media nazionale del 32,4%, oppure dell’Emilia Romagna, dove il numero e il tonnellaggio dei battelli da pesca sono calati, sempre nell’ultimo decennio del 5% e del 4,1% rispettivamente, contro a un calo a livello nazionale dell’8,7% e del 15,1%. Il settore turistico marino ha poi visto un incremento delle presenze nell’ultimo decennio maggiore nelle regioni in cui sono presenti piattaforme petrolifere antistanti la costa per rapporto a quelle senza piattaforme.

Lo studio porta anche ad altre conclusioni: i settori dell’agricoltura, della pesca e del turismo potrebbero, e dovrebbero, sfruttare proprio la presenza di attività estrattive per cogliere opportunità di sviluppo ad oggi non ancora mai prese in considerazione. Come esempio di una possibile collaborazione tra settori diversi, lo studio del RIE cita il caso di Irminio nel ragusano, dove è in corso il progetto per realizzare, utilizzando il calore prodotto da un cogeneratore collegato a pozzi di petrolio, iniziative innovative in campo agricolo con l’accordo del Comune e di tutte le Associazioni degli agricoltori a livello provinciale.

L’analisi del Professor Clò evidenzia anche come il settore upstrem debba aprirsi maggiormente al dialogo e al confronto trasparente con il territorio e con gli esponenti dei tre comparti analizzati, e come interventi mirati e contestualizzati da parte delle aziende dell’Oil & Gas verso lo sviluppo sostenibile di un territorio possano portare a una coesistenza tra attività apparentemente molto diverse.

Si ritiene che, a differenza delle contrapposizioni muro contro muro degli ultimi anni, sia indispensabile avviare iniziative di dialogo e di condivisione per illustrare in dettaglio in che cosa consiste la trivellazione di un pozzo e l’estrazione di idrocarburi, e ascoltare nel contempo le istanze, i problemi e le paure dei soggetti economici presenti su un territorio, per arrivare a trovare un punto di incontro. Gli esempi illustrati nell’incontro di Roma evidenziano come ciò sia possibile. E infine, come l’impegno delle compagnie petrolifere ad avviare dei percorsi di ascolto e di stakeholder engagement  debba essere concreto e non di facciata.