Energia e ambiente

Dibattito Pubblico in Toscana

Nell’agosto scorso è stata approvata dalla Regione Toscana la nuova Legge Regionale in materia di partecipazione (LR 46/2013), che riprende e rafforza quanto già in essere grazie alla precedente norma regionale del 2007 (LR 69/2007).

La nuova normativa fa un notevole passo avanti per rapporto a quanto presente oggi nel sistema legislativo del nostro Paese in termini di processi partecipativi collegati alla realizzazione di nuove opere o infrastrutture. La novità più grande è quella di rendere il Dibattito Pubblico, che prima era solo una possibilità, obbligatorio per tutte le opere pubbliche di competenza regionale che superino la soglia di cinquanta milioni di euro. Per interventi al di sotto di questa cifra, l’Autorità, istituita con la nuova Legge Regionale, può valutare di propria iniziativa o su richiesta di altri soggetti, l’opportunità di attivare il Dibattito Pubblico, mentre per  le opere pubbliche statali, sulle quali la Regione è chiamata ad esprimersi, l’Autorità può eventualmente promuovere forme di Dibattito Pubblico, nei limiti compatibili con il rispetto delle procedure della normativa nazionale.

Un altro elemento di fondamentale importanza è che la LR 46/2013 prevede uno svolgimento del Dibattito Pubblico prima dell’inizio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, nella quale si dovrà tenere conto di quanto già emerso dallo stesso Dibattito Pubblico. Un grande passo in avanti rispetto a oggi.

Si può dire che la nuova normativa regionale prenda molti spunti da quella francese sul Débat publique, che è operativa nel Paese transalpino fin da metà degli anni ’90, e che fino a oggi ha dato risultati più che soddisfacenti. Viene infatti istituita un’Autorità indipendente che ha diversi compiti:

  • promuovere e coordinare il Dibattito Pubblico;
  • assicurare che i soggetti promotori delle opere dimostrino la piena collaborazione per il suo corretto svolgimento;
  • stabilire le modalità e gli strumenti del dibattito stesso oltre alla durata.

Durata che non può superare i 90 giorni, con al massimo una sola proroga, motivata da elementi oggettivi, di trenta giorni.

All’Autorità anche il compito di nominare il Responsabile del Dibattito Pubblico che dovrà essere individuato tra i soggetti esperti nelle metodologie e nelle pratiche partecipative, e che ha il compito di redigere il rapporto finale sui contenuti e i risultati del dibattito, evidenziando tutti gli argomenti sostenuti e le proposte conclusive cui ha dato luogo.

Concluso il Dibattito Pubblico, il soggetto che intende realizzare l’opera si trova davanti a tre possibilità:

  1. recepire le indicazioni emerse dal dibattito e proporre le modifiche che intende realizzare;
  2. rinunciare alla realizzazione del progetto;
  3. confermare senza modifiche il progetto sul quale si è svolto il Dibattito Pubblico.

La nuova normativa, qui riassunta molto sinteticamente, dovrebbe da un lato assicurare la massima informazione alla popolazione interessata e ai diversi stakeholder coinvolti, promuovendo una reale partecipazione del territorio al dibattito, e dall’altro garantire l’imparzialità nella conduzione della discussione, senza che questa si trasformi in un attacco a senso unico nei confronti del soggetto proponente, come è troppo spesso accaduto negli ultimi anni. Inoltre la normativa toscana permette al proponente di non dover arrivare al confronto con un progetto definitivo e difficilmente modificabile – con i relativi costi – ma di poter accogliere e inserire nel progetto che sarà sottoposto ad autorizzazione eventuali suggerimenti emersi dal Dibattito Pubblico.

È auspicabile che questa legge regionale possa essere un’anticipazione di quello che potrebbe accadere a livello nazionale. È infatti in itinere uno studio a livello governativo per introdurre nel nostro Paese una normativa sul Dibattito Pubblico per la realizzazione di impianti e infrastrutture di interesse pubblico. Un percorso che potrebbe facilmente risolvere le forti problematiche riscontrate in questi ultimi anni in merito alla costruzione di opere più o meno grandi. Uno strumento di partecipazione che permetterebbe sia di poter illustrare i progetti in maniera scevra da pre-condizionamenti sia di avviare un dialogo costruttivo per una progettazione condivisa con il territorio.

Con vantaggi economici e ambientali importanti per tutti i soggetti coinvolti.