Coinvolgimento (engagement) che sta alla base anche della comunicazione della Commissione Europea sulla responsabilitĂ sociale dâimpresa del 2011, in cui la centralitĂ degli stakeholder assume, assieme al valore condiviso, il ruolo centrale. Mi sembra quindi importante avviare questa rubrica mettendo lâaccento su due punti chiave: lâindividuazione dei propri stakeholder e la loro valutazione per un engagement mirato.
Individuare gli stakeholder: punto di partenza per qualsiasi azione successiva di CSR. Come si identificano e come si valuta il peso dei portatori di interesse di unâorganizzazione? Viene da sĂŠ che il primo pensiero sia per i dipendenti e per gli azionisti. E questo è semplice. Come è facile prendere in considerazione i propri clienti o i fornitori. Quando invece si inizia a dover pensare a quegli stakeholder che hanno a che vedere con lâorganizzazione, ma in maniera apparentemente indiretta, quali ad esempio i residenti di un determinato territorio, gli opinion leader o ancora le associazioni no profit, molte organizzazioni si trovano in difficoltĂ per una loro identificazione e ancor di piĂš per una loro valutazione.
Va quindi trovato un metodo per avviare una ricerca accurata e capillare, necessaria non solo a identificare tutti gli interlocutori ma anche per trovare le interconnessioni tra i diversi portatori di interesse. Si scoprirĂ in questo modo come la mappa degli stakeholder diventi ben presto una rete, in cui si possono identificare dei nodi, che spesso coincidono con gli stakeholder âinfluentiâ, nella quale lâorganizzazione si trova al centro di questa complessa texture. Questa immagine complessa ha oggi completamente sostituito quella che fino a pochi anni or sono veniva definita semplicemente come mappa degli stakeholder.
Il metodo di individuazione degli stakeholder deve quindi prevedere unâattenta attivitĂ di audit e di ascolto per poter identificare i diversi atteggiamenti degli stakeholder nei confronti dellâorganizzazione e per valutare le interrelazioni esistenti, in modo da poter costruire, anche visivamente, la rete degli stakeholder.
E qui sorge un altro problema: lâoggettivitĂ dei risultati che si possono ottenere da un audit ben fatto. Problema che si può risolvere quantificando e normalizzando il peso che ciascun portatore di interesse assume allâinterno della rete. In questo modo non solamente sarĂ possibile avere unâindicazione quantitativa dei pesi dei singoli stakeholder, ma potranno essere anche comparate situazioni differenti in cui lâorganizzazione può venirsi a trovare.
La quantificazione dei risultati dellâanalisi degli stakeholder permette di poter studiare in maniera piĂš mirata il piano di engagement nel quale, in funzione dei pesi dei singoli portatori di interesse, potranno essere definite le prioritĂ di coinvolgimento. Non solo, ma i dati quantitativi allâinterno della rete possono essere aggiornati e modificati nel tempo, in maniera da quantificare continuativamente il peso dei singoli stakeholder allâinterno della texture definita precedentemente.
Il piano di engagement viene in questo modo strutturato non piĂš partendo da intuizioni soggettive, dettate dallâesperienza o, situazione purtroppo frequente, dalle conoscenze personali, ma si basa su valutazioni oggettive relative al peso che ciascun portatore di interesse assume nei confronti dellâorganizzazione allâinterno di una rete complessa di relazioni. Peso che può variare nel tempo, anche in funzione dellâengagement messo in atto dallâorganizzazione stessa, che viene costantemente monitorato e quantificato allâinterno della nostra rete.