In Trentino, nella valle dell’Adige di fronte a Rovereto sorge Isera, un paese di 2.600 abitanti dominato dal Castel Corno dell’XI secolo – oggi sede degli uffici comunali. Un paese come tanti in Italia, di origini medioevali, immerso nelle vigne del Marzemino, ma con una storia recente molto particolare.
Fin dagli anni ’90 l’Amministrazione di Isera ha puntato su soluzioni in grado di produrre energia termica ed elettrica a basso impatto ambientale. In particolare ha scommesso da subito sull’energia fotovoltaica, quando l’utilizzo del sole era considerato un’attività pionieristica. Oggi dopo oltre vent’anni i risultati sono sotto gli occhi di tutti: sono state illuminate con lampioni fotovoltaici zone difficilmente elettrificabili, è stato coperto il tetto dell’asilo comunale con pannelli fotovoltaici, è stata agevolata l’istallazione di impianti fotovoltaici sopra i tetti delle abitazioni private (oltre 30 abitazioni sono dotate di pannelli), ed è stata avviata una collaborazione con l’Autostrada del Brennero per rivestire con pannelli fotovoltaici oltre 1 chilometro di barriere antirumore del tratto autostradale che transita sul proprio territorio. Unico esempio di “barriera fotovoltaica” in Italia.
Ma questo non è tutto.
Dal momento che uno dei problemi che derivano dalla produzione di energia fotovoltaica è quello dell’accumulo e del successivo utilizzo nei momenti di maggior richiesta, il comune di Isera ha costruito un innovativo impianto dimostrativo per la produzione di idrogeno, con la collaborazione della Facoltà di Fisica dell’Università di Trento e della ditta EL.MA di Riva del Garda.
Inaugurato nel 2008, l’impianto aveva l’obiettivo di verificare la fattibilità, sperimentare la tecnologia e prevedere un’evoluzione verso un impiego reale.
La generazione dell’idrogeno avviene attraverso l’elettrolisi dell’acqua separando l’ossigeno dall’idrogeno e tramite l’idrolisi di sodio-boro-idruro. L’energia così accumulata illumina oggi due frazioni montane utilizzando lampioni dotati di lampade LED.
Nel contempo esiste una linea diretta per l’alimentazione di emergenze del Municipio in caso di black-out che consente il funzionamento di fax, telefono, computer e illuminazione dei locali per l’allestimento di unità di protezione civile con un funzionamento garantito di circa 40 ore.
Il progetto è la dimostrazione di come anche una piccola realtà – se ci crede – può dedicare energie e risorse alla ricerca e all’innovazione sostenibile. L’entusiasmo degli amministratori ha contagiato l’intera cittadinanza e la Provincia di Trento, che ha trovato i finanziamenti per la copertura totale della spesa di un impianto unico in Italia.
Un esempio da imitare.