È stato discusso e pubblicato dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato il 18 febbraio scorso il “Documento conclusivo approvato dalla Commissione sull’indagine conoscitiva su origine e sviluppo del cosiddetto caso Stamina”, uno dei più discussi e controversi casi legati alla sanità italiana degli ultimi anni.
Tanto si è discusso sul metodo Stamina: dalle pagine di giornale, alle piazze, ai tribunali, fino alle aule di Camera e Senato. Ma che cosa è stato il caso Stamina, e in cosa consisteva il metodo messo a punto?
Il metodo Stamina è stato un discusso trattamento, privo di qualsiasi validità scientifica, inventato da un professore di scienze della comunicazione, Davide Vannoni e proposto dalla Stamina Foundation, un’organizzazione da lui presieduta. Principalmente rivolto alle malattie neurodegenerative, si sarebbe basato sulla conversione di cellule staminali mesenchimali in neuroni. Gli studi a riguardo sono stati tenuti segreti dai suoi promotori e non hanno mai avuto una validazione scientifica che ne attesti l’efficacia terapeutica. Infine non risulta che sia mai stato pubblicato alcun articolo sul metodo Stamina su riviste scientifiche.
Come si è potuto quindi creare un eco mediatica così grande da occupare le prime pagine dei giornali per mesi e da portare in piazza decine di malati che urlavano a favore delle cure di Stamina?
Tutto nasce dalla trasmissione televisiva “Le iene” che, dopo un primo blocco dei trattamenti effettuati, non si sa bene grazie a quale autorizzazione presso gli Ospedali di Brescia, il 17 Febbraio 2013 avvia una vera e propria crociata mediatica a favore di Stamina. Ogni settimana vengono trasmessi servizi strappalacrime: genitori che vedono scivolare via la cura che era stata promessa ai loro figli. Bambini e adulti che non possono accedere al metodo Stamina, che curerebbe le loro malattie inguaribili. Per mesi è stato istituito davanti a Montecitorio un presidio dei seguaci del metodo Stamina e dei malati per sollecitare un intervento dei politici.
In seguito a questa fortissima pressione mediatica, il Parlamento italiano ha deciso l’avvio di una sperimentazione nel maggio 2013. Dal mondo scientifico si sono levate allora voci autorevoli che hanno criticato come la sperimentazione sia stata avviata sotto la spinta “della piazza” piuttosto che mossa da criteri realmente scientifici. Il premio Nobel per la medicina Randy Schekman ha definito il metodo Stamina “criminale” e Davide Vannoni un “ciarlatano”.
Ma si è dovuto arrivare fino all’ottobre dello scorso anno per avere la definitiva bocciatura da parte della commissione incaricata di valutare i presupposti per una sperimentazione.
E oggi anche il Senato ha chiuso il dibattito sulla vicenda.
Il creatore del metodo Stamina, Davide Vanoni, ha chiesto il patteggiamento per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, e la trasmissione Le Iene si è recentemente scusata per “aver capito male” il metodo. Forse quando ci sono di mezzo dei concetti scientifici e soprattutto il dolore dei malati, i giornalisti dovrebbero semplicemente essere molto più seri.
Leggi il “Documento conclusivo approvato dalla commissione sull’indagine conoscitiva su origine e sviluppo del cosiddetto caso Stamina” della Commissione Igiene e Sanità del Senato.