A fine gennaio è stato presentato a Milano uno studio, condotto da Ernst&Young in collaborazione con Forbes, su 194 gruppi industriali e finanziari quotati italiani dal titolo “Seize the change. Quanto le aziende italiane sono pronte al futuro?”
“Seize the Change” è la piattaforma attraverso cui EY si propone di identificare e osservare i più rilevanti e significativi trend di sviluppo sostenibile per le imprese. Quest’anno la ricerca ha avuto come obiettivo quello di analizzare la governance e le strategie di sostenibilità di aziende italiane con riferimento a quattro tematiche specifiche: il cambiamento climatico, gli approvvigionamenti sostenibili, l’economia circolare e la finanza sostenibile. Tutti argomenti di cui si parla molto ma che, come è stato messo in evidenza dalla ricerca, non sono sempre accompagnati da fatti concreti.
I risultati infatti non sono particolarmente incoraggianti: solo il 32% delle aziende analizzate fornisce una descrizione qualitativa e/o quantitativa del proprio piano di sostenibilità, e solamente il 17% ha una strategia collegata agli SDGs delle Nazioni Unite. Il restante 68% del campione fornisce unicamente una breve descrizione di alcune azioni di sostenibilità.
In merito ai temi analizzati, solo il 30% delle imprese definisce una responsabilità per gli aspetti legati ai cambiamenti climatici e solo il 21% indica almeno un target numerico di riduzione delle emissioni. Meglio le iniziative nei confronti della supply chain: il 74% delle aziende definisce degli obiettivi quali/quantitativi in relazione a temi di sostenibilità della catena di fornitura, e il 72% delle aziende concentra i propri impegni per l’approvvigionamento sostenibile su diverse categorie di fornitori. Peccato che nel 90% dei casi ci si fermi al primo livello di fornitura, senza andare oltre.
In tema di circolarità, altro argomento di grande attualità almeno a parole, lo studio di EY evidenzia come soltanto il 10% delle aziende dichiara di avere una strategia in merito e, di queste, la metà sono realtà dei settori dell’energia e delle utilities. Gli impegni del 10% del campione riguardo l’economia circolare sono legati alla trasformazione dei rifiuti in risorse (89%) e alla progettazione nei processi industriali (57%).
Dati un po’ più incoraggianti vengono dal tema della finanza sostenibile: il 70% delle società del settore bancario e assicurativo hanno avviato iniziative di finanza sostenibile, in particolare per quanto riguarda i finanziamenti diretti e gli investimenti indiretti in iniziative o fondi e titoli ad alto impatto socio ambientale.
In conclusione, come evidenzia lo studio di EY, si sta assistendo a un graduale aumento delle imprese che interiorizzano i temi della sostenibilità nel loro business e nelle loro strategie a medio e lungo termine, ma la strada è ancora lunga e il lavoro da fare tanto. I numeri sono in aumento ma sono ancora molto bassi rispetto alla numerosità delle nostre imprese e alle potenzialità che questo approccio potrebbe dare allo sviluppo economico del Paese.